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Glaucoma

Dr. Gennaro Tramontano

Glaucoma

 

Il glaucoma è una patologia grave che, se viene riconosciuta precocemente e adeguatamente curata, può essere ben controllata e permettere di vivere in modo normale la propria vita.

Si calcola che almeno il 2% della popolazione adulta sia affetta da glaucoma. Questa percentuale può salire al 10% se si considera la popolazione sopra i 70 anni.

Nonostante la sua notevole frequenza, una parte significativa di questi casi non viene diagnosticata se non troppo tardi.

Nei paesi industrializzati il glaucoma resta fra le cause più importanti di handicap visivo.

Il glaucoma provoca una costante diminuzione della vista a causa soprattutto dell’aumento della pressione endo-oculare.
La elevata pressione oculare è dovuta all’ umore acqueo. L’umore acqueo viene prodotto dai corpi ciliari, situati dietro all’iride, e viene eliminato dal trabecolato che è posto davanti all’iride.   Lo  squilibrio  tra  liquido   prodotto e  liquido eliminato attraverso il trabecolato produce l’innalzamento della pressione ed i danni conseguenti.
La pressione endo-culare è reputata normale quando è tra i 10 ed i 20 millimetri di mercurio.

Tipi di glaucoma

Innanzi tutto si deve distinguere tra glaucoma primario e glaucoma secondario.
Il glaucoma primario è dovuto ad alterazioni del sistema di deflusso: il trabecolato.
Il glaucoma secondario è invece causato da fattori esterni all’occhio od interni ma diversi dal trabecolato.
Esistono molteplici forme di glaucoma primario ma quelle che ci interessano maggiormente sono il glaucoma cronico ad angolo aperto ed il glaucoma ad angolo chiuso.
Il glaucoma cronico ad angolo aperto è il tipo più comune ed è legato ad una sorta d’invecchiamento del filtro di scarico: la capacità di riassorbire l’umore acqueo si riduce lentamente con il passare degli anni e la pressione all’interno dell’occhio sale. Purtroppo questa forma danneggia la vista in modo graduale e subdolo, tanto da poter causare danni anche molto gravi prima di essere riconosciuta.  In alcuni casi il danno glaucomatoso progredisce nonostante la pressione endoculare risulti entro i limiti apparentemente normali. La gestione di questi casi di “glaucoma a pressione normale “può essere difficoltosa.
Il glaucoma ad angolo chiuso deriva da un ostacolo dell’angolo di scarico, che si chiude come se un foglio di carta che fluttua in un lavandino andasse a posarsi proprio sullo scarico ostruendolo completamente. Nell’occhio è l’iride che può comportarsi come il foglio di carta, perché si addossa all’angolo chiudendo il passaggio dell’umore acqueo. Di solito questo avviene lentamente ma, se succede all’improvviso, si parla di “attacco acuto” di glaucoma. Quest’ultimo può essere accompagnato da sintomi evidenti  (diminuzione rapida della vista associata a dolore molto forte nella regione dell’orbita) che, nel loro insieme, spingono il paziente a rivolgersi all’oculista, spesso con estrema urgenza.

Diagnosi

Il glaucoma è una malattia infida che spesso non mostra alcun sintomo sino a quando non è troppo tardi.
Bisogna che il paziente si faccia misurare la pressione oculare ad ogni visita oculistica e, dopo i 40 anni, si faccia esaminare l’ampiezza del campo visivo mediante un apparecchio computerizzato. Questi esami vanno effettuati almeno due volte all’anno, più frequentemente se si ha presenza di soggetti colpiti da glaucoma nella propria famiglia.

Terapia

Il glaucoma prevede varie possibilità di cura. L’obiettivo è  il mantenimento della pressione endoculare entro i 16-18 mm di mercurio, elemento questo indispensabile per non rischiare una peggioramento di questa temibile malattia. Col tempo infatti  l’ipertono oculare può portare ad una sofferenza delle fibre nervose che costituiscono il nervo ottico  con una progressiva perdita delle stesse e conseguente ed inesorabile riduzione del campo visivo.

Terapia medica:  Si basa sull’uso di colliri che possono ridurre la produzione di umor acqueo oppure aumentarne il deflusso.
L’efficacia dei colliri può essere limitata nel tempo e, spesso, si producono fenomeni di assuefazione per cui la validità della terapia con gocce viene a diminuire ulteriormente. I controlli dell’ oculista ci diranno se possiamo continuare con la terapia medica o se bisogna cambiare.

 

Il nostro Centro è impegnato da anni nel proporre ai pazienti  procedure antiglaucomatose non chirurgiche nei casi in cui la terapia farmacologica con i vari cocktail di colliri non sia più in grado di gestire la pressione endoculare e si vogliano rimandare i rischi di un intervento chirurgico vero e proprio.

 

TRATTAMENTO  LASER  SLT  (Selective Laser Trabeculoplasty)

Ecco come si chiama la nuovissima procedura laser per combattere il glaucoma. Questa rivoluzionaria tecnica, utilizzata negli USA già dal 2001 ed in Italia da diversi anni, tende a ridurre la pressione endoculare di 4-5 mm di mercurio ed è una procedura sicura ed indolore, dal momento in cui utilizza una bassa energia (532 nm), ma soprattutto non invasiva, in quanto riesce a riconoscere e di conseguenza agire solo sulle cellule pigmentate del trabecolato (la struttura che appare intasata). La procedura si esegue in pochi minuti, con la sola instillazione di un collirio anestetico e subito dopo il paziente può riprendere la sua attività, senza alcun fastidio. Questo trattamento viene utilizzato con successo in pazienti con glaucoma da lieve a  medio, può essere un’alternativa in persone che non vogliono o non possono utilizzare i colliri molte volte al giorno ed infine è anche ripetibile nel tempo, qualora se ne presentasse la necessità.

                             

 

ULTRASUONI  FOCALIZZATI  AD  ALTA  FREQUENZA

E’ una soluzione per i pazienti con glaucoma da medio ad avanzato, sotto terapia farmacologica ipotensiva massimale, quando la chirurgia rappresenta un rischio o laddove abbia già fallito in precedenza.

Nel nostro Centro eseguiamo questa procedura con il  dispositivo  EyeOP1  che tratta il glaucoma con una tecnologia innovativa e non invasiva tramite ultrasuoni focalizzati ad alta frequenza. Gli ultrasuoni focalizzati sono erogati all’interno del corpo ciliare da una sonda miniaturizzata che viene delicatamente appoggiata sull’occhio e viene controllata da un computer, al fine di diminuire la produzione di umore acqueo coagulando parzialmente il corpo ciliare stesso e riducendo in questo modo la pressione intraoculare. Il trattamento è efficace sia nel glaucoma ad angolo aperto che in quello ad angolo chiuso ed è capace di ridurre del 35% la pressione endoculare di partenza nei due terzi dei pazienti trattati a 12 mesi. E’ inoltre possibile effettuare trattamenti multipli ad intervalli minimi di tre mesi al fine di incrementare il tasso di efficacia, con un buon profilo di sicurezza.

I benefici chiave di questa innovativa tecnologia vanno quindi così riassunti:

  • approccio totalmente non invasivo, eventualmente ripetibile, che minimizza i rischi associati ad altre opzioni tradizionali.
  • Procedura indolore, standardizzata e veloce che richiede meno di tre minuti.

            

 

IRIDOTOMIA con YAG-LASER 

Questa tecnica, eseguita con un laser yag, consiste nel praticare nell’ iride un forellino che mette in comunicazione i due comparti dell’occhio posti davanti e dietro l’iride. Ciò permetterà un passaggio più agevole dell’ umor acqueo da dietro l’ iride al trabecolato; in questo modo si favorisce la circolazione dei fluidi oculari prevenendo la chiusura improvvisa dell’angolo di scarico  e quindi riducendo il rischio di un attacco acuto di glaucoma.

 

Terapia chirurgica

Quando per mantenere il glaucoma sotto controllo si ricorre ad un intervento chirurgico incisionale
il chirurgo oculista deve creare un nuovo canale di drenaggio affinché l’umore acqueo possa lasciare la parte
interna dell’occhio. L’ intervento chirurgico viene raccomandato per evitare un danno del nervo ottico che
altrimenti progredirebbe in maniera inesorabile. La chirurgia viene quindi indicata quando la terapia
laser o la terapia farmacologica non risultino efficaci nell’abbassare la pressione intraoculare. Per
fortuna le complicazioni della moderna chirurgia antiglaucomatosa sono rare. E’ importante ricordare
che non esiste un valore pressorio “ideale” in senso assoluto ed ogni sforzo è sempre indirizzato ad
evitare l’instaurarsi dei danni o il loro peggioramento. La chirurgia può trovare specifiche indicazioni in
soggetti diversi che, pur presentando la stessa pressione intraoculare, hanno comunque situazioni di
differente gravità.
Come funziona la chirurgia ?
La chirurgia si propone di creare una via di scarico efficiente e alternativa a quelle “malate“, mettendo
in comunicazione lo spazio compreso fra l’iride e la cornea è quello situato sotto una membrana detta
congiuntiva che riveste il globo oculare. Un interventodi questo tipo  si  chiama  trabeculectomia  o
intervento “filtrante”.
La trabeculectomia
La trabeculectomia è un intervento che si pratica in anestesia locale e prevede un Day surgery.
Consiste nell’ asportare un pezzetto microscopico di tessuto dalla parete dell’occhio. In tal modo
si ottiene un canale che fa uscire il liquido dall’angolo di scarico, non direttamente all’esterno ma
in uno spazio interno della parete oculare.  Il buon funzionamento della valvola viene così fabbricata
dal chirurgo e testimoniato dalla formazione di un rigonfiamento, o “bozza filtrante” dove l’umore
acqueo si accumula sotto la congiuntiva prima di diffondersi all’indietro.  Talvolta a causa della
cicatrizzazione la valvola può chiudersi e la pressione oculare può nuovamente aumentare. Per questo
motivo è stato introdotto l’uso di sostanze che hanno la capacità di ridurre i processi di cicatrizzazione
dette “antimetaboliti” come la mitomicina C.  Queste vengono applicate durante l’intervento o durante
le visite post operatorie allo scopo di mantenere la filtrazione.
Nel corso di un intervento di glaucoma,  la complicazione più rilevante è un’emorragia.
Nel decorso postoperatorio invece possono verificarsi problemi quali pressione oculare troppo bassa,
emorragia interna, aumento dell’ opacità del cristallino,  infezione ed aumento della pressione oculare.
Le complicazioni degli interventi sono poco frequenti e solitamente rimediabili, ma inducono lo
specialista a consigliare prontamente l’intervento solo quando le altre terapie non sono efficaci o
tollerate.